Era il 24 aprile del 1950 , un operaio chiamato Bruno Facchini era appena uscito all'aperto per prendere una boccata d'aria, nei pressi della sua abitazione ad Abbiate Guazzone, in provincia di Varese.
C'era appena stato un grosso temporale, ed a un certo punto notò a distanza uno scintillio, e pensando si trattasse di un problema ad un interruttore elettrico si diresse verso quella fonte di luce, ma arrivato sul posto rimase scioccato : vide un oggetto ovaloide, sembrava toccare terra tramite una scaletta che giungeva a un apertura di un portello luminoso.
La superfice esterna era quadrettata, l'oggetto alto quasi 10 metri, vicino alla scaletta c'erano 2 esseri, un terzo stava "saldando" un fascio di tubi all esterno, ed era quella l'origine dello scintillio notato da Bruno.
Gli esseri indossavano degli scafandri e delle maschere trasparenti, si poteva notare qualcosa come un liquido interno, la pelle pareva essere molto chiara, altezza circa 1,70 m.
Bruno credendo fossero militari, domandò se avevano bisogno di qualcosa, e a quel punto notata la sua presenza cominciarono a fare strani gesti, emettendo suoni gutturali.
Il testimone scappò via quando uno degli esseri prese un oggetto che teneva al collo puntandoglielo addosso. Da quell'oggetto è partito un raggio che gettò Bruno a terra, e a quel punto gli esseri rientrarono nella "navicella" chiudendo il portello e decollando a fortissima velocità.
Al mattino, tornato sul luogo, Facchini trovò quattro orme circolari di un metro di diametro ciascuna, poste in quadrato, a sei metri di distanza l’una dall’altra. Alcune zone d’erba erano bruciate e, fra queste raccolse alcune schegge di metallo: quest’ultime, fatte analizzare, risultarono essere un materiale anti-attrito compostio da 74% di rame, 19 % di stagno e altri oligoelementi.
Bruno Facchini era stato sempre consideratoda tutti quelli che lo conoscevano una persona affidabile, e degno di fiducia.
Il testimone non è stato più bene dopo quella notte: ogni tanto avrebbe regolarmente accusato delle vampate calde sul viso, senza sintomi di febbre. Ssette giorni dopo la sua esperienza, la sua schiena, proprio nella parte dopo aveva sentito l’”urto” che lo aveva scaraventato a terra, diventò prima tutta nera, poi tutta gialla.